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Capacità di Trazione

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  • Capacità di Trazione

    Apro questo argomento prendendo spunto da quello che era venuto fuori nella discussione sui Fiatagri serie 90.
    Vorrei partire da una base teorica che si trova scritta sui comuni libri di meccanica, ben venga poi ogni integrazione da parte vostra.
    Lo sforzo di trazione massimo che un trattore può esprimere equivale all'aderenza. L'aderenza si ricava moltiplicando il peso aderente (forza peso che grava sugli organi di propulsione) per il coefficiente di aderenza (A=Ga*Ca), che varia in base alle caratteristiche del terreno e ad altri parametri. Più precisamente Ca è, ad esempio, inversamente proporzionale alla pressione esercitata sul terreno. Risulta quindi evidente che un ruolo essenziale è giocato anche dalla gommatura del trattore stesso. (l'ottimale sarebbero pressioni inferiori al bar)
    Non bisogna poi sottovalutare il tipo di attacco dell'operatrice al trattore perchè, se lo sforzo di trazione non è parallelo al terreno, si generano delle forze che "schiacciano" il posteriore del trattore verso il basso, aumentandone la massa aderente. La stessa cosa succede per gli attrezzi collegati al sollevatore. Se un sollevatore riesce a caricare bene il trattore risulta evidente come l'aderenza ne tragga diretto vantaggio.
    Inoltre più il punto di applicazione dello sforzo di trazione è in alto più si genera un momento che porta ad un trasferimento di carico dall'assale anteriore al posteriore.
    Con questo penso di aver esaurito tutte le nozioni teoriche, a voi la parola!

  • #2
    Come mai, vista la presenza di molti esperti di "tiro" , quest'argomento è rimasto senza risposte?

    Avanti avanti, non fate i timidi (eventualmente lo uniamo ad uno gia esistente)

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    • #3
      Beh,mi sembra che non vi sia molto altro da dire.
      Casomai occorre verificare caso per caso l'ottimizzazione delle geometrie di aggancio al sollevatore(bracci più o meno lunghi,terzo punto...) o del gancio di traino(barra lunga o corta...) oppure (molto più costoso),fare un pensierino alle gomme che in determinati casi(es. semina), è quasi d'obbligo siano specialistiche.

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      • #4
        non c'è proprio nulla da aggiungere.. ha detto già tutto
        Si può solo sottolineare che la superficie aderente può variare in funzione della pressione di gonfiaggio (+ pressione = minor superficie aderente), oppure dire che un trasferimento di carico verso l'assale posteriore può giovare nel caso di trattori con sole 2rm.... (occhio però all'impennata, che a me piace tanto ma è un po' pericolosetta)

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        • #5
          Originalmente inviato da albe 86 Visualizza messaggio
          Apro questo argomento prendendo spunto da quello che era venuto fuori nella discussione sui Fiatagri serie 90.
          Vorrei partire da una base teorica che si trova scritta sui comuni libri di meccanica, ben venga poi ogni integrazione da parte vostra.
          Lo sforzo di trazione massimo che un trattore può esprimere equivale all'aderenza. L'aderenza si ricava moltiplicando il peso aderente (forza peso che grava sugli organi di propulsione) per il coefficiente di aderenza (A=Ga*Ca), che varia in base alle caratteristiche del terreno e ad altri parametri. Più precisamente Ca è, ad esempio, inversamente proporzionale alla pressione esercitata sul terreno. Risulta quindi evidente che un ruolo essenziale è giocato anche dalla gommatura del trattore stesso. (l'ottimale sarebbero pressioni inferiori al bar)
          Non bisogna poi sottovalutare il tipo di attacco dell'operatrice al trattore perchè, se lo sforzo di trazione non è parallelo al terreno, si generano delle forze che "schiacciano" il posteriore del trattore verso il basso, aumentandone la massa aderente. La stessa cosa succede per gli attrezzi collegati al sollevatore. Se un sollevatore riesce a caricare bene il trattore risulta evidente come l'aderenza ne tragga diretto vantaggio.
          Inoltre più il punto di applicazione dello sforzo di trazione è in alto più si genera un momento che porta ad un trasferimento di carico dall'assale anteriore al posteriore.
          Con questo penso di aver esaurito tutte le nozioni teoriche, a voi la parola!
          Purtroppo devo un pò correggerti:
          1) per assurdo la massima forza di trazione è la coppia esplicata dal motore alla massima potenza per 2 coefficenti riduttivi: uno dovuto al rendimento della trasmissione e uno al rapporto di cambio.
          Ora bisogna distinguere 2 casi
          1.1) se ci troviamo su asfalto o cemento la forza di trazzione che il trattore sarà in grado di esplicare non sarà maggiore (come diceva albe) al peso aderente per il coefficente di attrito trasversale. Il problema è che questo coefficente di attrito trasversale varia a seconda di diversi fattori:
          - all' variare del calore del pneumatico il coefficente di attrito aumenta fino ad arrivare ad un'aderenza di picco per poiridimensinarsi fino ad un coeff di aderenza residuo
          - il coeff di attrito varia al variare del abrasività della pavimentazione
          -
          -.......
          1.2) se ci troviamo sul terreno non è proprio definibile un coeff di attrito (a causa del fatto che ci troviamo in un corpo troppo disomogeneo e nel quale bisogna tener presente anche la coesione del terreno) ma facciamo alcqune ipotesi:
          -se il terreno è secco con comportamento simile a quello di una pavimentazione rigida allora si può considerare un caso circa come quello sopra
          -terreno bagnato e la ruota si impantana bisogna definire una superfice di scorrimento e su questa calcolarne la forza fornita dalla coesione del terreno che varia a seconda del tipo di terreno e del grado di umidità
          -per condizioni intermedie è una conbinazione dei due contributi tenendo però presente anche la forza orrizzontale che il terreno fornische hai tacchetti.
          I tacchetti in effetti generano dei bulbi di spinta che incrementano considerevolmente lo sforzo di trazione massimo che il trattore può esprimere e al limite si può arrivare il limite massimo assoluto di cui ho parlatro all'inizio

          Apparte ciò c'è da dire che di coeff di attrito ne esistono di due tipi: statici e dinamici. Quello statico è molto maggiore di quelo dinamico.
          Si provi a spinger un libro sopra ad tavolo, bisogna esercitare una certa forza per farlo muovere e una più piccola per farlo continuare a muovere.
          In oltre l'attrito è una condizione di equilibrio e se il moto provoca vibrazioni o sobbalzi l'attrito diminuisce notevolmente.

          le cose che influenzano l'attrito sono una miriade ed era impensabile citarle tutte.
          spero di esservi stato utile e se avete dei dubbi chiedete pure: potrei essermi espresso male o altro

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